Multe per colpa dell’AI, puoi non pagarle: ecco chi lo fa al posto tuo

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da Isabella Insolia

nella categoria: News

Chi riceve delle multe per colpa dell’AI per via dell’uso improprio della tecnologia ha la facoltà di non pagarle: ecco chi le paga e che cosa sapere.

Il dibattito sull’intelligenza artificiale è ormai apertissimo e in tal senso ci sono parecchi punti di vista: c’è chi lo considera uno strumento utilizzabile e chi le vede come il principio della fine per il mondo che è stato fino ad oggi.

Multe AI non pagare
Non pagare le multe per colpa dell’AI – machedavvero.it

È facile supporto che le aziende e i privati che non rispettano i regolamenti saranno sanzionati con delle multe. In questo senso è interessante la proposta sulla regolamentazione AI messa in atto da EGAR, un’alleanza europea fondata da creativi, professionisti e associazioni di tutti i campi artistici per rappresentarli uniti nei rapporti con le istituzioni europee e i media sul tema della regolamentazione delle applicazioni dell’IA nelle arti creative.

L’obiettivo dell’associazione è quella di poter vivere in sintonia con l’intelligenza artificiale ma senza che questa distrugga l’equilibrio del mondo lavorativo. Nel caso in cui si violi il copyright a causa dell’AI e quindi si è soggetti a multe è possibile non pagare e lasciare che lo facciano aziende come Google e Microsoft.

Multe per AI: le pagano Google e Microsoft

La novità è che Google e Microsoft ha detto di volersi far carico delle violazioni di copyright commessa dall’AI generativa. La tecnologia, infatti, è stata accusata da tutti i creativi del mondo per essere il peggior esempio possibile in quanto a sfruttamento delle proprietà intellettuali ed è stata messa a disposizione delle aziende nel settore tecnologico.

Multe AI violazione copyright
Google e Microsoft disposti a pagare le multe – machedavvero.it

Le piattaforme più famose di intelligenza artificiale sono ChatGPT di OpenAI (Microsoft), Copilot di Microsoft, DallE sempre di OpenAI, Midjourney della compagnia omonima, Bard di Google e molte altre ancora. In poche parole, la rete è piena di queste piattaforme che vengono messe a disposizione degli utenti.

Mettendo in considerazione il funzionamento delle piattaforme di intelligenza artificiale generative è molto semplice pensare che è facile ritrovarsi immersi in cause legali per violazione dei copyright. Un problema che è stato affrontato dall’Unione Europea che ha introdotto l’AI Act, mentre il resto del mondo sta un po’ temporeggiando sulla questione.

In pratica, le autorità nazionali di sorveglianza del mercato supervisioneranno l’attuazione delle nuove norme a livello nazionale. All’interno della Commissione europea, inoltre, sarà creato un nuovo Ufficio europeo per l’IA per garantire il coordinamento a livello europeo, essendo il primo organismo a livello mondiale ad applicare le norme vincolanti stabilite dalla legge.

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